martedì 9 dicembre 2008
City Gallery Atto II° (Il più italiano tra i francesi)
domenica 26 ottobre 2008
A denti stretti
Quando in un libro vedo un errore di stampa, penso sempre che qualcosa di nuovo sia stato inventato. (Goethe)
Per trent'anni, sotto i Borgia, gli italiani hanno avuto guerre, terrore, spargimento di sangue e morte, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. Gli svizzeri hanno avuto cinquecento anni di democrazia e di pace e cosa hanno prodotto? L'orologio a cucù! (Orson Welles)
Il filosofo scrive cose che non capisci, poi ti fa credere che è colpa tua. (Boris Makaresko)
Ci sono certi scrittori che riescono ad esprimere in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe. (Kraus)
Io non sono un bravo pittore. Sono troppo intelligente per essere un bravo pittore. I bravi pittori sono stupidi, ad eccezione di Velàzquez che era un genio (Salvator Dalì)La cosa che sente più stupidaggini al mondo è molto probabilmente un quadro di museo.
(Edmond De Goncourt)
sabato 6 settembre 2008
Premessa a posteriori
martedì 2 settembre 2008
La Ragazza con l'Orecchino di Perla
martedì 12 agosto 2008
City Gallery Atto I° (Le più improbabili vie dell'apprendimento artistico!)
Domenica scorsa, la prima santa domenica di riposo dopo taaanto tempo, come al solito qui nella dubbiosa Dublino il tempo era incerto (Never trust in irish weather!), perciò dico che facciamo? Ti va se andiamo a visitare quell'altra gallery che dice sempre Oscar che a lui piace di più della National? - (quella dove c'è il favoloso Carvaggio per intenderci) - Ma sì dai. - Trattasi della Dublin City Gallery Hugh Lane.
venerdì 23 maggio 2008
Distrazioni
Sai quando uno è distratto? O per meglio dire quando non riflette? Come quando da piccolo ti facevano quei giochi ‘ripeti 20volte latte latte latte...’ e poi ti chiedevano cosa mangia la mucca e tu rispondevi ‘latte!’ ??? ecco cose così intendo, quando uno non riflette...
Allora in questo post mi ricollego al post precedente sul quadro di Caravaggio per poi approdare a una cosa che apparentemente non c’entra niente, ma come dicevo all’inizio, se qualcosa ti fa venire in mente un’altra cosa qualcosa c’entra! Non c’entra ma c’entra! Ecco in questo post ci sono diversi elementi che si intrecciano: 1 Caravaggio, 2 GesùCristo, ma l’anello di congiunzione più importante nel tutto è mia mamma! Cominciamo: Prima parte: Un po’ di settimane fa è venuta a trovarmi qui a Dublino appunto mia mamma. È stata 5giorni e le ho fatto vedere un po’ di city e un po’ di country side. Il penultimo giorno l’ho portata alla Nantional Gallery, dove ho potuto sfogiarle tutta la mia cultura sull’arte. In particolar modo ci siamo fermate davanti alla Cattura di Cristo del Caravaggio (di cui sopra). Mentre le spiegavo il dipinto, come ultima cosa le volevo far notare che le guardie che vanno a catturare Gesù nell’Orto degli Ulivi erano vestite in modo contemporaneo al Caravaggio e non in vesti romane, come avrebbe dovuto essere. Dialogo: io: e poi vedi come sono vestite le guardie?” E lei: mh.” Io: vedi che non sono vestite da romani? E lei, cogliendo subito –senza riflettere- dalle riminiscenze cattoliche che tutti abbiamo dice: certo xchè i romani se ne lavarono le mani”. E io: NO! Che c’entra? E chi l’ha preso allora? Non sono andate le gaurdie romane a prenderlo nell’Orto?” E lei: A già è vero!” E io: E allora ti sembrano vestite da romani queste guardie? Guarda bene, guarda l'elmo!” E lei: è no, e come mai allora?” E io: Ma dio santo, ma ti sei anche vista la fiction su Rai1 su Caravaggio, ma cosa ti ricordi allora? Niente!” (e qui si aprirebbe un lungo discorso su tutte le fiction che guarda mia mamma la sera...) Va bè comuqnue, non so forse pretendevo un po’ troppo, ma mi pare che un elmo d’età medievale/moderna (sinistra) si distingua facilmente da un elmo romano (destra). Ma in ogni caso questa è una di quelle cose che se uno, non del mestiere diciamo, non ci ragiona quei 5 secondi finisce per mettere inconsciamente tutto nello stesso calderone. Quindi mia mamma è scusata... anche se ha visto la fiction! ;) Detto ciò quando si è resa conto che le vesti non erano romane e mi ha chiesto e allora come mai, io le ho spiegato il motivo che ‘tutti’ sappiamo che Caravaggio era fortemente criticato proprio perchè poneva i suoi personaggi sacri in vesti contemporanee (le scandalose se pur vestitissime Madonne, forse nude avrebbero fatto meno scandalo). Allora mia mamma ha detto: “Aaaaaaan!” ( = onomatopea della rivelazione della congiunzione logico/visiva!). Ok, questa era la prima parte del non c’entra ma c’entra. Seconda parte: In un pomeriggio d'inverno sotto Natale mia madre è stata, e l'abbiamo portata in Ospedale. Dovete sapere che la sala d'aspetto dell’Ospedale di Borgo Roma di Verona è veramente vuota e squallida (quasi come le sale d’aspetto della Polizia qui a Dublino). Ma qualcuno quell'inverno aveva avuto la buona idea di dare un tocco natalizio e aveva allestito su un tavolone un Presepe. Duramte la lunga attesa, mi annoio, mi alzo, faccio un giro e do un occhio. Mi viene in mente quando da piccola mi piaceva mettere le statuine, fare le casette di cartone, mettere il muschio vero, far camminare i Re Magi un passettino al giorno... insomma in tutto questo epifanico e tardo romantico flash back, mentre i miei occhi giravano lì in quei Presepe messo lì alla meno peggio, vedo in un angolino, da solo, una strana statuetta, lontana dalla folla dei pastori vicino alla capanna. Un uomo con un vestito lungo marrone. Non sembrava né un Re Magio (non ho mai capito se il singolare di magi è Magio!), né un pastore, né un romano, aveva le mani giunte però... ... Guardo bene, aguzzo la vista... e chi era???? SAN FRANCESCO D’ASSISI !!!!!!! (e come si dice in veneto: tra un po' me' rebalto!). Alchè ho sbuffato e me ne sono tornata a sedere. Perchèèè?? ma come Perchè???
Riflettiamo gente! Riflettiamo un attimo e vedrete che il cerchio si stringe: San Francesco d’Assisi, anzi Giovanni Francesco Bernardone all’anagrafe, nacque nel 1182: cioè 1182 anni DOPO la nascita di Gesù, 1182 anni DOOPO quel primo Natale che si stava festeggiando in quel piccolo tavolo allestito nella sala d'aspetto! E solo nel 1210 –sempre DOOOPO la nascita di Gesù- l’ordine dei francescani viene riconosciuto come tale da Papa Innocenzo III. Tutti i San Franceschi che avete visto nei film e/o fiction, dal più famoso Fratello Sole Sorella Luna con Graham Faulkner (in alto a sinistra),
agli italiani Ettore Bassi a sinistra e Raul Bova a destra (che detto tra noi, altro che 'il poverello di assisi'! Pur nella loro francescana povertà e castità, non so chi sia il più attraente tra i due!) e addirittura Mickey Rourke (che di povero e casto certo non aveva niente!) nel 1989 e l’ultimo Ethan Hawke, o nei cartoni animati o nelle pitture o sculture che abbiate mai visto vengono tutti DOOOOOOOPO la nascita di Gesù, giusto per intenderci. Quindi mi domando: che cavolo ci faceva san Francesco nel Presepe??? Altro che consecutio tempore! Non è che qualsiasi statuetta che abbiamo, che riguardi o richiami la santità, va messa nel presepe! E va bene ti concedo che san Francesco è stato quello che ha allestito la prima rappresentazione di presepe vivente nel 1223, e quindi ne richiami l'inventore di tutto l'ambaradan, ho capito, ma DOOOOOOPO!!
Per il vostro prossismo Presepe, chi avesse una statuetta di Padre Pio o di Raul Bova...
giovedì 17 aprile 2008
" Van Gogh, io, e le nostre scarpe"
Sì sicuramente... quando le comprate.
Al prezzo, al colore, al tacco, alla moda...
E alle mie, ci avete mai pensato?
Quelle che vedete qui in alto, degnamente rappresentate, ebbene sì, sono loro!
Ma comuqnue tutto questo mio discorso non è per celebrare la Nike (che anzi dovrebbe pagarmi a sto punto) ma perchè un paio di giorni fa leggendo un libro di critica per il mio ennesimo esame mi sono imbattuta, anzi, sono inciampata, nelle scarpe di un altro famosissimo artista, tale Vincent Van Gogh! Ora: cosa strana, in tutti questi anni di studi di storia dell’arte non avevo mai visto le famose scarpe di Van Gogh! Come sia stato possibile non lo so, non me lo chiedete. Quando feci quelle foto alle mie scarpe perchè erano state mia compagne di vita per anni, ed ero e sono tutt’ora così affezionata che anche dopo averle immortalate ancora non le ho buttate, più di una persona mi prendeva in giro per quelle foto: le foto alle scarpe? Perchè?’ e io dicevo certo! Non sono mica delle scarpe qualsiai, sono le mie Nike! Sono delle persone! Hanno dato e meritano rispetto! – come dire meritano un ritratto! Nella mostra del 2005, il quale tema era appunto il tempo che passa, le ho esposte dal vivo, non in foto. Erano in una nicchia con tanto di illuminazione per loro e drappo bianco sotto e attorno. Titolo: Natura Morta. E per quell’idea ho ricevuto, finalmente, anche qualche apprezzamento, non so se del tutto cosciente del senso intrinseco dell’opera o semplicemnte ironico e superficiale, ma comunque sono state notate! Insomma questo per dire che come si dice che le scarpe di Van Gogh non vogliano rappresentare tutta la fatica e condizione della realtà contadina (perchè quando invece rappresenta gli zoccoli dei contadini sono stranamente nuovi ben delineati e non usurati) ma solo rappresentare una parte vera di se stesso, ecco questo vale anche per le mie! E se avessi visto quei dipinti anni addietro avrei saputo difendermi meglio arrogandomi a pieno titolo tutto il diritto di fare tutte le sacro sante foto che volevo alle mie compagne di vita scarpe consumate!
venerdì 14 marzo 2008
' Gli Impressionisti , Fuoco Incrociato '
Allora: gli Impressionisti fecero 8 esposizioni indipendenti dal Salòn ufficiale dal 1874 al 1886. Nel 1873 Pissarro propone una Società per Azioni per tutelare interessi e sopravvivenza di coloro che non erano allineati al gusto accademico dei Salòn. A tale Società aderiscono (oltre a lui) Monet, Renoir, Sisley, Degas, la Morrisot e Guillaumin. Manet (quello dell'Olimpia e Colazione sull'erba per intenderci, che secondo me era un pochettino altezzoso) li guarda da lontano e dice 'bravi bravi bella idea, complimeti vivissimi, appoggio in pieno PERò IO non mi associo.' E sai perché? Perché quell'anno gli avevano accettato una tela e un acquerello al Salòn, e anche negli anni successivi era l'unico che bene o male con una o due opere al Salòn se la cavava. Secondo me era uno che diceva 'se mi accettano al Salòn bene, sennò io faccio da solo, fateme lavorà!' Ecco. Addirittura quando il dipinto del 1875 non viene accettato, e fa scandalo, lui dice 'se volete venire a vederlo è a casa mia!'. ... Ora dico: non potevi metterlo con gli altri tuoi compagni impressionisti? No. Va bè... Comunque torniamo al mio discorso.
Un qualsiasi testo di storia dell'Arte ti nomina come unici veri impressionisti Degas, Monet e Renoir. E mano mano che prendevo appunti si allargava il mio dubbio. Renoir ce l'abbiamo presente no? La Colazione dei Canottieri (1881, la prima immagine in lato), ok lui tra gli impressionisti ci sta di sicuro. Monet il Ponte di Argenteuil 1874 o tutte le serie della Cattedrale di Rouen e le Ninfee... uno che è riuscito a nobilitare anche i Pioppi! Vuoi che non lo mettiamo? lui ci sta a tutto tondo direi.
Ma DEGAS!.. (che tengo subito a precisare alla fine è quello che mi piace di più) ...Parliamo di Degas. Forse da qui in poi qualche storico dell'arte rabbrividirà, o qualche mio professore mi boccerebbe in tronco... ma abbiate pazienza: Degas questo borghese parigino di Montmartre, che diceva 'nessuna arte è meno spontanea della mia', che credeva fortemente nella posa del soggetto per poterla costruire a suo piacimento, che non ebbe mai il problema di rinsaldare la forma perché nato come come pittore realistico usò sempre il disegno preciso, che al plein air preferì sempre lo studio eseguito a memoria e con l'aiuto della fotografia, che quelle poche volte che dipingeva paesaggi o esterni lo faceva solo perché gli piacevano i cavalli... insomma Degas, che per me tra l'altro ripeto è il migliore proprio per tutte queste ragioni sopra elencate, perché me lo devi mettere tra gli impressionisti? Se contraddice praticamente tutte, e dico tutte, le conditio-sine-qua-non per essere impressionista? Perché? Perchè li conosceva? Perché nel 1871 anche lui ha seguito Monet ad Argenteuil? Dove si verifica quella coincidenza di soggetti con l'amico Monet? Ma nelle tele è ben visibile che ognuno di loro due restava comunque nel suo personale stile differente dall'altro (forse si davano le spalle!). Perché, te lo dico io perché, forse l'ho capito: perché in tutta la serie di esposizioni impressioniste è l'unico, assieme a Pissarro, che c'è dall'inizio alla fine, tranne in una quella dell'82! Volete la prova? Facendo solo i 4 nomi più importanti che ci interessano: 1° 2° e 3° expo Degas, Pissarro, Monet, Renoir, 4° Degas Pissaro, Monet, 5° e 6° Degas, Pissarro, 7° Pissarro Monet Renoir, 8° Degas Pissarro (in quest'ultima Monet Renoir e Sisley si rifiutano di esporre per la presenza di Seurat: della serie se c'è lui io non vengo!). Allora questo cosa vuol dire? Che Degas, anche se non faceva le 'stesse cose' degli altri impressionisti an plein air, esponeva lo stesso con loro perché si sentiva comunque affine sui contenuti restando differente nella forma, e invece quell'antipatico di Manet, che comunque era andato anche lui ad Argenteuil, così giusto per provare e poi se ne ritorna nel suo studio (come Degas appunto), non volle mai essere 'confuso' con loro. Ma chi ti vuole? Ma stattene a casa! E non venire ad Agenteuil a spiarci! E allora Pissarro? Anche lui c'è stato in tutte le esposizioni, la Società l'ha proposta lui per tutti in uno slancio social protezionista! Eppure quando si parla di Impressionisti il suo nome, alla grande massa, quelli del sentito dire, non è arrivato come quello di Manet.
Allora cosa devo concludere? E da qui in poi scusate ma mi infervoro.
Manet: non vuole/vuoi/volevi essere confuso con gli Impressionisti? Ok stai tranquillo. Fuori uno. Degas: non dipingi en plein air, mi dispiace, sono scelte, fuori due. Pissarrò: non si sa perché ma se non studi storia dell'arte seriamente non se lo ricorda nessuno, e fuori 3 suo malgrado. Sisley: c'era solo in 4esposizoni su 8 e nemmeno tutte consecutive, e il suo nome fa la stessa fine di Pissarrò, ma a questo punto è più sensato per lui che per Pissarro il quale almeno c'era in tutte le mostre. Berthe Morrisot (qui a sinistra: 1879 Giovane donna): c'è in tutte le esposizioni, è una tra i migliori ma tu dici e chi è? Mai sentita nominare, forse perché è l'unica donna. Ma a maggior ragione proprio per questo il suo nome avrebbe dovuto spiccare assolutamente nel tempo nella storia dell'Impressionismo, e invece fatto sta che fuori 4, forse proprio perché era donna!
Insomma chi resta di questi famosi Impressionisti? Monsieur Pierre-Auguste Renoir! Quatto quatto è l'unico e il solo sopravvissuto alla strage di questo fuoco incrociato tra congetture e testi ufficiali; che ripeto non sono poi tanto congetture perché queste cose, tra come sono andate le cose che leggiamo sui testi e quel che arriva poi alla gente comune di così tanta maestria artistica, lo potete tristemente concludere anche voi, è ben poco.
Renoir, figlio di un sarto, che non c'è in tutte le esposizioni impressionite, che poi verso dall' 81 'camba direzione' dopo il viaggio in Italia, e che alla fine dei suoi giorni sulla sedia a rotelle dipingeva col pennello attaccato all'avambraccio a causa della devastante artrosi, a mio parere resta l'unico vero Impressionista se ci riferiamo alla lista iniziale.
E allora: Hiiiit Paraaaaade!:
Sire impressionista degli impressionisti è Renoir, per il plein air; e a pari merito troviamo Degas che ne rappresenta legittimamente la direzione uguale e contraria per gli interni.
Pari merito fino a un certo punto però, perchè Degas (che vedete qui a destra) che tratta dalla pittura di storia e mitologica, con le Giovani Spartane, a quella contemporanea e quotidiana di stiratrici e ballerine, è a mio parere il venerabile padre maestro in quegli anni, il più completo e autonomo di tutta l'allegra compagnia.
Così è deciso, l'udienza è tolta.
sabato 16 febbraio 2008
martedì 8 gennaio 2008
Eleganza prima di tutto
Nell'ordine:
I° 1490 'Cecilia d’Este'
di Ambrogio de Predis
II° 1490 'La belle Ferroniere'
di L.da Vinci
III° Bernardino da Cotignola
IV°Lorenzo Costa il vecchio
V° 1506 ‘Dama col liocorno’
di Raffaello Sanzio
sabato 5 gennaio 2008
Ingres e il fidanzamento
Come io ho voluto omaggiare il mio amato Raffaello nelle sue Tre Grazie, vedo che nei secoli precedenti altri artisti di fama leggggermente superiore alla mia hanno avuto la stessa idea. Esempio mirabile tra tutti quello di Jean-Auguste-Domique Ingres. Il suo ‘Il fidanzamento di Raffaello’ del 1814 è un continuo rimbalzare interno e esterno tra omaggio e rimandi a mio parere di completezza difficilemnte eguagliabile. Sì perchè l’omaggio non si limita ad un semplice doppio ritratto del suo ‘maestro’ e della sua storica sfortunata dolce metà (che sembrano quasi i fidanzatini di Raymond Peynet), ma aggiunge all’interno a destra una sorta d’inizio del famoso ritratto della Fornarina (1519) e alle loro spalle la Madonna della Seggiola (1513) già compiuta e appesa, la quale neanche a dirlo per me è una delle Madonne con lo sguardo più soave al mondo. Insomma 4 ritratti in un quadro solo; 3 donne e un uomo tutti legati da sentimenti reciproci. Tra l’altro tutte le donne ci guardano e lui invece mi da l’idea di uno che non sa più da che parte girarsi per ammirare tutta la bellezza che sente di avere intorno. Finchè ammira il ritratto che ha iniziato a fare alla sua amata la tiene sulle ginocchia e l’abbraccia, e poi tra un secondo si girerà a compiacersi anche della sua Madonna là in fondo... Ma il motivo per cui parlo di questo dipinto è fondamentalmente per via di una sensazione che ho avuto da subito appena l’ho visto, sensazione alla quale trovo riscontri nell’opera stessa. Vado a spiegarmi meglio: la sensazione è che Ingres abbia composto tutto ciò come in età contemporanea a quella di Raffaello, come se lui stesso fosse vissuto negli stessi anni. In che senso vi chiederete. Cerco di darvi in dettaglio le ragion di causa di questo mio particolare punto di vista, che anche se non non credo sia quello ufficiale degli storici dell’arte o dei biografi di Ingres, non mi dispiace affatto di avere. Mi spiego: mi pare che già dal titolo Ingres si sia voluto porre come testimone d’eccezione del fidanzamento in questione e che tale ritratto voglia valere come prova ufficiale (come era stato fatto per 'Il matrimonio dei Coniugi Arnolfini nel 1434 da Jan van Eyck). Margherita seduta sulle ginocchia guarda dritto in camera come si suol dire oggi, come se qualcuno la stesse ritraendo proprio lì adesso, in diretta, e chi meglio di un discepolo devoto nei secoli del suo fidanzato? Tale signor Ingres, il quale giuntagli nel 1814 la richiesta direttamente dal suo idolo si catapulta al contrario da 3 secoli escusivamente per l’occasione. Sapendo per certo che il fidanzamento ufficiale con Margherita non avvenne mai (perchè come si suol dire non s’aveva da fare) notando i due quadri nel quadro di cui dicevo prima, possiamo avere comunque l’idea dell’anno in cui avvenne questo segreto fidanzamento: essendo che la Madonna del 1513 è già finita, non può essere che il 1518/19, anno appunto del Ritratto di Fornarina, che è lì ed è appena iniziato. La missiva firmata da parte del Maestro Semi-dio Raffaello Sanzio che diceva chiaramente ‘ti prego vieni tu a farmi il ritratto prima che io perisca’ ci tengo a sottolienare arrivò ad Ingres segretamente nei modi più insospettati, sì xchè il fidanzamento tra i due è segreto e tale deve rimanere. Da cosa lo deduco? 1: Ormai mi pare di capire Raffaello a quel tempo si trovava rispetto a questa relazione in una situazione incresciosa di quelle che io definsico ‘tutti sanno ma nussuno sa niente’; 2: il maestro non si è mai dipinto in dolce compagnia di nessuno, tantomeno della Fornaria; 3: il luogo è quello privato dello studio dell’artista e la tenda è solo un po’ aperta giusto per la luce, non è mica davanti ad un notaio o tra amici e parenti; 4° ed ultimo punto ma fondamentale a riprova di ciò (e provate a darmi torto adesso) è proprio che a ritrarre i due innamorati sia Ingres! Sì perchè il fidanzamento è talmente segreto che Raffaello ha dovuto chiamare qualcuno di davvero fidato ma non un amico contemporaneo, per paura che spifferasse tutto! Insomma penso che per Jean-Auguste deve essere stato un’onore esser stato scelto a condividere come testimone nei secoli il segreto d’amore del suo ‘maestro d’arte’, come faceva a dir di no? Onore, nonchè onere nel cercar di produrre quest’opera così affascinante e perfetta, all’altezza della richiesta, come adeguato omaggio a prova di cambiamento delle mode e delle male lingue nei secoli dei secoli. ...amen.